Ho dedicato la mia vita a lui, ma ora dice che sono diventata un ostacolo e non servo più.

Ho dedicato tutta la mia vita a lui, e lui mi ha detto che gli dò fastidio e non sono più utile.

Il mio cuore è a pezzi, e il dolore per il tradimento di mio figlio, al quale ho dedicato ogni cosa, non smette di farmi male. L’ho cresciuto da sola, ho rinunciato a tutto per la sua felicità, e adesso che è diventato grande, si è voltato contro di me, dicendo che gli rovino la vita. Le sue parole mi hanno trafitto l’anima come un coltello, e non so come andare avanti, sentendomi inutile agli occhi di mio figlio.

Mi chiamo Sofia Bianchi, e tra poco compio sessant’anni. Mio figlio, Matteo, è sempre stato il mio tesoro più prezioso. L’ho avuto da sola, senza un marito, in una piccola città del Trentino-Alto Adige. Avevo già più di trent’anni, non avevo trovato l’uomo giusto, e il tempo non aspettava. Avevo un buon lavoro come ingegnere, un trilocale spazioso e qualche risparmio. Sapevo che non potevo contare su nessuno—i miei genitori erano morti giovani—ma ero pronta a fare qualsiasi sacrificio per mio figlio.

Matteo è nato sano ed è diventato la mia gioia. Era un bambino ubbidiente, intelligente e pieno di energia. A scuola era il primo della classe, partecipava a ogni attività, dai concerti alle gare sportive. Ero così orgogliosa quando si è laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti e ha trovato subito un lavoro prestigioso in uno studio importante. Sognavo che si sarebbe sposato con una ragazza per bene—colta, educata, bella—che sarebbe entrata a far parte della nostra famiglia. Ma Matteo ha portato a casa Giada, e tutte le mie speranze sono crollate.

Giada non era per niente quella che immaginavo per lui. Piccola, magrolina, con una crocchia di capelli sottili, non brillava né per bellezza né per modi di fare. Faceva la cuoca, cosa che secondo me non era esattamente una professione seria. Ho provato a parlargli, cercando di fargli capire che meritava di meglio, ma lui è esploso: “Mamma, pensi che devo scegliere una moglie come si sceglie un vestito in vetrina? Io amo Giada, mi sta a cuore! Non mi interessa la tua opinione, la sposerò. Non vivremo con te, prenderemo un affitto e poi compreremo casa nostra.”

Le sue parole mi hanno trafitto il cuore. Perché prendere un affitto se qui a casa mia c’è spazio per tutti? Ma Matteo è stato irremovibile, e poco dopo Giada si è trasferita da noi. La guardavo e non capivo cosa ci trovasse in lei. Come padrona di casa era disastrosa: non puliva la polvere, lavava i piatti male, lasciava tutto in giro. Io, che avevo cresciuto mio figlio con l’ordine e un’alimentazione sana, ero inorridita dalle sue abitudini. Faceva polpette fritte che riempivano la casa di odore—che schifo! Una volta non ce l’ho fatta e ho buttato tutto nella spolia.

Giada è diventata rossa come un peperone. “Chi ti credi di essere per trattarmi così?!” ha gridato, e prendendo la borsa è uscita sbattendo la porta. Ho chiamato subito Matteo per dirgli come si era permessa la sua fidanzata, ma invece del sostegno che mi aspettavo, mi ha detto delle parole che mi hanno spezzato: “Mamma, non ti credo. Se per colpa tua io e Giada ci lasciamo, non te lo perdonerò mai.” La sua voce era fredda, distante. Il dolore mi ha tolto il respiro. Io, sua madre, che ho dato tutto per lui, ora sono quella sbagliata? Io, che l’ho cresciuto da sola, che ho passato notti insonni, lavorato senza sosta perché non gli mancasse nulla?

Ho regalato a Matteo i miei anni migliori, ho rinunciato a tutto perché avesse un futuro. Sognavo che sarebbe stato il mio sostegno, che saremmo stati una famiglia. Ma ora mi guarda come se fossi un ostacolo, difendendo una ragazza che non rispetta né me né la nostra casa. Giada è tornata dopo qualche giorno, e da allora tra noi c’è un muro. Matteo quasi non mi parla, e quando lo fa, è sempre nervoso. “Mamma, ci dai fastidio,” mi ha detto una volta, e quelle parole mi ronzano ancora in testa.

Mi sento un’estranea nella mia stessa casa. La mia vita, tutta dedicata a mio figlio, non serve più a nessuno. Non so da dove trovare la forza per andare avanti, quando la persona per cui ho vissuto mi ha voltato le spalle. La sua gratitudine si è trasformata in indifferenza, e il mio amore in solitudine. E ora mi chiedo: dove ho sbagliato, se tutto quello che ho fatto era per lui?

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

Ho dedicato la mia vita a lui, ma ora dice che sono diventata un ostacolo e non servo più.
«Quando la suocera torna dall’ospedale con un neonato»