Ho chiesto il divorzio: Una donna di 60 anni sceglie di vivere la propria vita

„Io stessa ho chiesto il divorzio. Voglio vivere la mia vita“: una donna di 60 anni compie un gesto disperato

Mia madre, Bianca Romano, era stanca. La sua voce tremava mentre mi confidava, a me, la figlia maggiore, ciò che le consumava il cuore da anni. Mio marito, mio padre, non aiutava in casa, non faceva la spesa, non lavava i piatti, benché adorasse mangiare bene. Una volta, la mamma chiudeva un occhio: non lavorava, dedicandosi alla casa e a noi figli. Ma ora, al tramonto della vita, desiderava un sostegno che non aveva mai avuto. La sua decisione sconvolse la famiglia: a 60 anni chiese il divorzio, per vivere finalmente per sé.

«Da tempo volevo lasciare tuo padre, Sofia – mi disse, guardando fuori dalla finestra del nostro appartamento in una piccola città del Nord Italia. – Ma non osavo. Tu e tua sorella eravate piccole, avevo paura. Ora siete adulte, ho la pensione… Sì, sono stata io a chiedere il divorzio. Voglio vivere la mia vita». Le sue parole erano piene di dolore, ma nella voce c’era fermezza. Era stanca di essere invisibile in casa sua, stanca dell’indifferenza di un marito che sembrava vederla solo come una domestica.

Mio padre, Marco De Luca, non fu sorpreso, benché non si aspettasse che trovasse il coraggio. Negli ultimi anni, i rimproveri di mia madre si facevano più frequenti, la sua stanchezza più evidente. Lui aveva lavorato tutta la vita in una fabbrica del nostro paese. Lo stipendio era modesto, ma bastava per vivere. Mia madre, io e mia sorella non avevamo mai sofferto la fame, né mancato di vestiti o scarpe. Papà aveva comprato una casetta in campagna, una vecchia auto – tutto quello che poteva. Ma in casa non faceva nulla. «Non sono abituato – confessò a mia sorella minore, Giulia, quando lei cercò di sostenerlo. – Quando lavoravo, non avevo né forze né tempo. Nella mia famiglia, il lavoro domestico era sempre delle donne».

Fece una smorfia amara, aggiungendo: «Mi vergogno a dirlo, Giulia, ma non so nemmeno dove siano i cucchiai in cucina. Tua madre mi serviva tutto su un piatto d’argento: il cibo, i vestiti puliti, faceva lei la spesa». Mamma aveva davvero fatto tutto. Conosceva i suoi gusti, indovinava i suoi desideri, raramente parlava dei propri. «Nei primi anni le chiedevo, cercavo di aiutarla – ricordò mio padre. – Poi… smisi. Lei non si lamentava».

Giulia, sempre la preferita di papà, capiva di cosa parlava. Io e lei eravamo cresciute senza preoccupazioni domestiche. Mamma cucinava, puliva, stirava, faceva tutto perché noi e papà stessimo comodi. Ma io la vedevo diversamente. «Papà è difficile – dicevo a Giulia. – Ha un carattere pesante: sempre scontento, cupo, esigente. Se fossi al posto della mamma, non avrei retto». Giulia difendeva nostro padre: «E quando lui lavorava, la mamma era contenta! Non è diventato così ieri, è sempre stato testardo e silenzioso. Lei cucinava, stirava, reggeva la casa. E ora che è in pensione e non porta più soldi, improvvisamente è “stanca”».

Le nostre discussioni si facevano più accese. Io vedevo il dolore di mamma, il suo sacrificio durato una vita. Giulia invece pensava che esagerasse, che nostro padre non meritasse questo colpo. Eravamo divise tra loro, cercando un modo per riconciliarli, ma ogni conversazione finiva in un vicolo cieco. Mamma non voleva più vivere con un uomo che passava le giornate davanti alla TV, brontolando, incapace perfino di uscire di casa se non d’estate, quando andava in campagna. Papà, dal canto suo, si sentiva tradito: aveva lavorato tutta la vita e ora lo cacciavano come un oggetto inutile.

La decisione di mamma fu una liberazione per lei, ma una prova per noi. Io e Giulia cerchiamo un modo per tenere insieme la famiglia, ma vedo mia madre rinascere, progettando una vita nuova. Sogna di viaggiare, leggere, stare con le amiche – tutto ciò che le è mancato per decenni. Papà invece si è chiuso nel risentimento, senza sapere come rimediare. Il loro divorzio non è solo la fine di un matrimonio, ma il crollo del mondo in cui siamo cresciute. E temo che noi sorelle non troveremo mai un accordo, lacerate dall’amore per entrambi i genitori.

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Abbiamo rifiutato di essere surrogate per nostra sorella e la famiglia si è spezzata.